Appesi sulla valle del Tissino
Dopo Monteleone di Spoleto si percorre la strada che collega Usigni, Poggiodomo, Roccatamburo e Mucciafora, tutti “appesi” sulla valle del Tissino.
Entriamo nel poco conosciuto fianco nord-orientale del Coscerno, solcato da numerosi fossi percorsi dalle acque di alcune sorgenti; la fonte, il ruscello e il bosco: l’ambiente ideale per la Salamandrina dagli occhiali,
l’endemico anfibio della penisola italiana, specie “di interesse
comunitario” secondo le Direttive della CEE, simbolo oltre tutto
dell’Unione Zoologica Italiana.
Il massiccio Coscerno-Aspra è un territorio che sorprende quasi sempre chi non ci vive o ci lavora, e talvolta anche costoro. Chi direbbe, di questi tempi, che lassù possono crescere i mirtilli e volare ancora le aquile, quanti possono ancora aspettarsi in Umbria un luogo, così vicino alle pianure e alle città, dove continuare a trovare le foreste e le coturnici dell’Appennino?
Su questi monti l’inatteso e la sorpresa sembrano non venir mai meno, nemmeno oggi, alla luce di quanto “scoperto” nella primavera-estate del 2007, quando una coppia di Corvo imperiale, la prima in Umbria dopo più di trent’anni, è stata vista riprodursi in una selvaggia forra, e quando un orso bruno “girandolone” si è fatto osservare da un’incredula coppietta, ha lasciato le sue orme impresse nel fango, ed ha “visitato”, ghiotto, le arnie vicino a Gavelli.
Il massiccio Coscerno-Aspra è un territorio che sorprende quasi sempre chi non ci vive o ci lavora, e talvolta anche costoro. Chi direbbe, di questi tempi, che lassù possono crescere i mirtilli e volare ancora le aquile, quanti possono ancora aspettarsi in Umbria un luogo, così vicino alle pianure e alle città, dove continuare a trovare le foreste e le coturnici dell’Appennino?
Su questi monti l’inatteso e la sorpresa sembrano non venir mai meno, nemmeno oggi, alla luce di quanto “scoperto” nella primavera-estate del 2007, quando una coppia di Corvo imperiale, la prima in Umbria dopo più di trent’anni, è stata vista riprodursi in una selvaggia forra, e quando un orso bruno “girandolone” si è fatto osservare da un’incredula coppietta, ha lasciato le sue orme impresse nel fango, ed ha “visitato”, ghiotto, le arnie vicino a Gavelli.